Genitori e insegnanti: questo bambino ha bisogno che ci ascoltiamo!

Siamo negli anni ’50 del secolo scorso. Antonio ha preso un brutto voto a scuola. Ha paura di tornare a casa perchè suo padre lo sgriderà. Forse gli darà anche uno schiaffo in viso. Si sente già il dolore sulla guancia. Suo padre non vuol ascoltare nessuna spiegazione. Lui dice che la maestra ha sempre ragione.
Siamo nei primi anni del XXI secolo. Antonio ha preso un brutto voto a scuola. Arriva a casa e lo racconta a suo padre il quale cerca di capire che cosa è accaduto. Dice ad Antonio che lui deve continuare ad impegnarsi, ma al contempo gli dice di non preoccuparsi perchè è la maestra che non è capace di insegnare. Le avrebbe chiesto presto un colloquio per mettere le cose in chiaro.
Siamo negli anni ’70 del secolo scorso. Francesca frequenta la scuola materna. E’ dei “grandi”. Ogni mattina, va a scuola a piedi chiacchierando e ridendo con le sue compagne. La sua mamma le accompagna sino all’inizio della via. Poi, da un bacio a Francesca e rimane ad osservarle mentre percorrono l’ultimo pezzo di strada prima di varcare il cancello della scuola.
Siamo nel 2012. Francesca arriva assonnata alla scuola materna accompagnata dalla mamma in automobile. Entrambe scendono dall’auto e arrivano al cancello della scuola. La mamma sta per entrare come al solito assieme a Francesca ma legge un cartello appeso al cancello: “Tuo figlio/a ha bisogno che ti fermi qui!”, e accanto alla scritta vi è una silhouette che rappresenta un genitore.
A quanto pare il mondo è decisamente cambiato. Ed è cambiato senza ombra di dubbio il rapporto tra i genitori e la scuola. Quella relazione di fiducia quasi “cieca” si è spezzata. Quella continuità educativa e valoriale si è infranta.
Accade che i genitori vedano la scuola come una controparte, come un luogo pericoloso in grado di mettere discussione il loro modo di educare il figlio. Al contempo accade che quando un bambino presenta qualche difficoltà di apprendimento o comportamentali, la prima domanda che scatta nella mente degli insegnanti è “Ma i genitori di questo bambino come lo stanno seguendo?”.
Si invocano da più parti “alleanze educative”, costruzioni di “patti educativi e formativi”, ma rimangono soluzioni spesso formali e, nella realtà quotidiana, la frattura tra scuola e famiglia non sembra ricomporsi.
Una nuova alleanza sarà possibile solo se i genitori ritorneranno a credere che i loro figli hanno estremo bisogno degli insegnanti per crescere bene, anche se non ne condividono i metodi e lo stile di insegnamento.
Una nuova alleanza sarà possibile quando la scuola si renderà conto che i genitori sono cambiati e sono spesso disorientati. Essi hanno bisogno di conoscere e capire per poter ri-affidare a loro con serenità i propri figli. Ma questo chiede una profonda riorganizzazione degli spazi e tempi dedicati all’incontro e al confronto tra genitori e insegnanti, nonché il togliersi dalla testa che i genitori sono sempre la causa delle difficoltà scolastiche dei loro figli.
Siamo negli anni ’80 del secolo scorso. Giorgio è nella sua camera e sta svolgendo i compiti da solo. Sta facendo più in fretta che può perchè ha in mente di andare a giocare a calcio con i suoi amici.
Siamo nel 2012. Giorgio sta facendo i compiti con la sua mamma la quale non ne può più perchè Giorgio non riesce a concentrarsi. Ad un certo punto si alza e gli dice con grande fermezza: “Ora continui da solo. Se non li fai bene ne pagherai le conseguenze. E comunque questa sera ne parlo con il papà e domani con la tua maestra!”. La maestra di Giorgio, che lo conosce molto bene, la sta aspettando.

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