“Adultità”: riconoscere i contesti diversi per rispettare gli altri
Oggi imperversa la volgarità. Inparticolare in TV il linguaggioè molto spesso volutamente triviale. E’ un segno di una nuova cultura, o l’indicatore di un imbarbarimento nei rapporti? Come far fronte a questo bombardamentocon i nostri figli? Mario è uno di quelli che pensano che ognuno ha il diritto di sentirsi libero di essere se stesso sempre e ovunque. Per Mario va bene se una riunione della giunta comunale si svolge a casa del sindaco, visto che può permetterselo; cos ìcome si può entrare in chiesa senza togliersi gli occhiali da sole e senza sputare la gomma da masticare. Per Mario questi sono segni dell’autenticità delle persone. Mario ha un figlio di 8 anni, Luca, abituato a sentire suo papà parlare nello stesso modo in cui parla con i suoi amici e abituato ad ascoltare gli apprezzamenti di suo padre nei confronti delle donne che incontra per strada. Luca ha più volte sentito suo papà che “parlava male” della sua maestra. Luca è abituato a guardare gli stessi programmi televisivi di suo papà, in molti dei quali è, non solo lecito, ma segno di maturità usare un linguaggio a dir poco scurrile. Poniamo ora che Luca a scuola prenda un brutto voto dalla sua maestra e che Luca reagisca dandole della “stupida”. La maestra di Luca convoca Mario e gli racconta che cosa è successo e di quanto Luca sia stato “maleducato”. Mario torna a casa e sgrida severamenteLuca, cercando di fargli capire che certe parole non si devono dire alla maestra e soprattutto che bisogna saper distinguere quando, dove e come dirle. Siamo convinti che Luca abbia tutto il diritto di sentirsi confuso! Se c’è una cosa che caratterizza l’“adultità” è la capacità di distinguere e riconoscere i diversi contest ie l’articolazione dei diversi livelli in cui si svolge la vita sociale, sapendoli attraversare senza perdere se stessi. In altre parole, la capacità di utilizzare comportamenti diversi, e quindi anche linguaggi diversi, a seconda dei contesti (a casa, al lavoro, al bar,in chiesa, a scuola) abbinata alla capacità di rimanere se stessi, indicano il raggiungimento di una certa maturità. Per il bambino, invece, il cui cervello si sta ancora costruendo anche per quanto concerne la sua capacità di entrare in relazione con i diversi contesti divita, il mondo appare inizialmente indistinto e via via, con il tempo e con le esperienze, si struttura nelle sue differenze. In questo processo di differenziazione, svolgono un compito preziosissimo i genitori che lo aiutano a conoscere e distinguere i vari ambienti di vita, le persone che abitano in essi e di conseguenza i comportamenti corretti da assumere: strumenti che l’uomo si è inventato per farsi rispettare e per rispettare gli altri. Mario non è un uomo cattivo. Mario è solo un uomo preso da se stesso, che ha smarrito la differenza tra il “diritto di essere come si vuole essere” e “l’essere se stessi”, incapace di vedere che “non è tutto uguale”. Mario allor afatica a capire che Luca, suo figlio, ha bisogno di essere accompagnato nel vedere e nel rispettarele differenze della vita sociale .Mario allora si trova tra le mani Luca e sembra non riconoscerlo più. In realtà gli rimanda un immagine di sé che lo spaventa, e lo preoccupa l’idea di ciò che Luca potrà diventare da grande. Mario ha bisogno di capire che il consiglio comunale è bene farlo presso la sala del Comune a ciò adibita da sempre; che quando si entra in chiesa è opportuno togliersigli occhiali e non masticare la gomma; che quando s’incontra con i suoi amici, portandosi Luca con sé, deve cercare di mantenere un linguaggio e un comportamento da padre; che se non è d’accordo con la linea educativa della maestra è proprio con lei che deve parlarne, non con Luca. Ci sono, insomma, piani e contesti diversi che non sono solo un ostacolo alla libera espressione, bensì ci aiutano ad orientarci e a rispettaregli altri. Infine Mario ha bisogno di imparare una cosa semplice: quando guarda la televisione con Luca, ma non solo, a volte è necessario cambiare programma e, se questo non basta, è meglio chiuderla.
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