Se questo è un bambino … (!)
Guardare e soprattutto ascoltare le pubblicità è a volte un esercizio utile per comprendere quali messaggi si stia cercando di veicolare. E’ bene aumentare il livello di attenzione in modo particolare quando la pubblicità riguarda i bambini.
E’ il caso di una pubblicità di un integratore multivitaminico la cui assunzione consigliata ai bambini da una casa farmaceutica è giustificata con questa premessa: “Il difficile mestiere di crescere”.
Proviamo ad analizzare innanzitutto l’idea che per un bambino sia difficile crescere. Mi domando: ma come si fa a definire difficile qualcosa di assolutamente naturale? A mio avviso questa idea è assolutamente priva di fondamento perchè per un bambino non è per niente difficile crescere.
E’ del tutto ovvio che può diventarlo, ma solo in alcune precise circostanze. Ne evidenzio le principali: quando il suo corpo o la sua psiche non stanno bene e quindi ha bisogno di cure di tipo sanitario o psicologico; quando non ha di cui alimentarsi e allora ha bisogno di cibo adeguato in quantità e qualità; quando i suoi genitori faticano, per vari motivi, a prendersi cura di lui e quindi sono questi ad avere bisogno di un aiuto per rinforzare o apprendere le necessarie competenze genitoriali; quando non può disporre di servizi adeguati, come la scuola, il medico, l’attività sportiva, ecc. e quindi è il suo ambiente di vita che ha bisogno di cambiare.
In tutti questi casi il bambino non ha assolutamente bisogno di un integratore multivitaminico, a meno che il suo medico non glielo prescriva a causa di qualche disfunzione fisica non riconducibile a cattiva o scarsa alimentazione. Mi pare un caso piuttosto raro.
Prendiamo in esame il secondo aspetto contenuto nel messaggio pubblicitario, ossia l’idea che crescere sia un mestiere.
In qualsiasi dizionario della lingua italiana possiamo trovare che la parola mestiere indica l’esercizio di un’attività lavorativa, spcialmente manuale, frutto di esperienza e pratica, a scopo di lucro. Quindi, perchè mai affermare che quando un bambino cresce sta svolgendo un’attività lavorativa a scopo di lucro? Essere bambini non è la cosa più bella, semplice, naturale, gioiosa della vita, completamente libera dalle pesantezze che derivano dallo svolgimento di un’attività lavorativa o dalle preoccupazioni legate alla ricerca del lucro?
Mentre rifletto su questa questione, scopro che all’interno di un quotidiano è pubblicizzata una importante rivista scientifica che titola in copertina: Il mestiere di crescere. Come aiutare i bambini a crescere con serenità ed equilibrio.
Non sono mai stato un complottista, ma il dubbio ti viene. Vien da pensare che sotto sotto sia ancora in atto quella pressione a far sentire i genitori come degli sprovveduti di fronte ad un compito, quello educativo, di così enormi proporzioni che non possono affrontarlo senza l’aiuto delle medicine o degli esperti di turno.
Ci troviamo di nuovo di fronte a quelle distorsioni della cultura pedagogica odierna secondo cui la crescita dei bambini dipende prevalentemente dalle capacità di questi poveri genitori di esibire alte performance, altrimenti il loro figlio potrà avere gravi conseguenze.. E soprattutto ci troviamo ancora di fronte all’idea di un bambino principino o tiranno della casa, attorno qui tutto, apparentemente, deve girare: corsi d’inglese, corsi di musica, attività sportiva, attività artistica, psicomotricità e chi più ne ha più ne metta.
Da oggi sappiamo che possiamo aggiungere un nuovo contributo alla sua crescita: una bella dose di integratore multivitaminico!
Se questo è un bambino … (!)
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