Se questo è un uomo … (!)
“Se questo è un uomo” è il titolo di un’opera straordinaria di Primo Levi in cui lo scrittore testimonia ciò che egli ha direttamente vissuto nel campo di concentramento di Auschwitz.
Ma è anche una un’esclamazione che mi appare nella mente con una certa frequenza di questi tempi.
Interessato per passione e per professione al tema del maschile e soprattutto del paterno, sono sbigottito da come alcuni mei simili siano così in difficoltà ad accettare definitivamente un’evoluzione positiva del loro essere maschile verso una maggiore umanità.
Vorrei parlare di due tipologie di uomini, alcuni probabilmente anche padri, assai lontani geograficamente e culturalmente tra loro, ma sottilmente accumunati da una esagerata tendenza alla disumanizzazione del loro essere maschi.
In questo ultimo anno, la guerra in Ucraina e le disorientanti azioni del cosiddetto “Isis” in Medio Oriente e in Africa, sono arrivate a noi tramite immagini che ci stan facendo vedere degli uomini che ostentano il loro macismo e che con un’arma in mano sono persino trasfigurati nel volto, mentre godono e si divertono a sparare di qua, di là, di su, di giù, in alto e in basso. Se poi si trovano sopra ad un carrarmato o ad un fuoristrada attrezzato da combattimento, allora il loro orgasmo si fa ancor più evidente. Il tutto, spesso, a beneficio delle telecamere, tra risa, schiamazzi e una sigaretta in bocca o tenuta in mano come si usa fare al bar in paese, con un esibizionismo quasi patologico.
Sembrano tanti bambini, mostruosamente deformi che, come un tempo molti di noi hanno fatto, si son trovati in giardino a giocare alla guerra. In questo caso, però, vera.
Facciamo ora un salto in Italia. Qui la guerra non c’è, ma qualcosa di disumano si aggira lo stesso per le vie delle nostre città.
Sono quei signori del potere, politico ed economico, che nonostante siano pieni di soldi, rubano, rubano e rubano ancora. Tangenti, corruzioni, mazzette, regali, regalini e favori. Mille e mille strategie per avere, accapparrare, approfittarsene, in una giostra bulimica che fa venire a noi il vomito che, esterefatti, ascoltiamo dai mezzi di comunicazione le loro titaniche gesta.
Gesta che non possiamo che definire anche queste disumane, non solo perchè ci appaino come comportamenti-sintomo di distorsioni dell’umanità, ma anche perchè cariche di indifferenza verso le conseguenze che hanno per la vita di molte persone, per i servizi che il nostro paese non riesce più a darsi, per un’Italia sfregiata e moribonda.
Questi uomini che hanno perso ogni traccia di umanità, che amano esibirsi con grandi disquisizioni e distinzioni tra il piano politico, quello etico e quello degli affari (perchè gli affari sono affari!), sembrano tanti bambini, mostuosamente deformi che, come un tempo molti di noi hanno fatto, si son trovati a casa dell’amico a giocare a Monopoli e a godere del nostro accumulo di case e di denaro a scapito di altri. In questo caso, però, la città da razziare è vera.
E allora, se questo è un uomo, se questi sono uomini, beh, qualcosa non va. Significa che dobbiamo vigilare perchè l’uomo, il maschio, ha ancora tanto da imparare prima di umanizzarsi. Significa che la sua possibilità di regredire è sempre possibile e in agguato.
Ripartiamo allora, ogni giorno, controllando attentamente le tracce che lasciamo dietro di noi, perchè i bambini amano giocare mettendoci i loro piedi dentro.
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