Il “buon senso in tempo di crisi

Accendere un mutuo con una banca o un finanziaria è una cosa serie. O dovrebbe essere considerata tale. Ci si impegna a restituire dei soldi, con gli interessi, per poter avere oggi quello che non si potrebbe comperare perchè non si dispone del denaro necessario. Ma in questo caso si fa una previsione che, con i propri risparmi, si sarà in grado piano piano di restituire quanto ci è stato concesso.
E’ un’operazione questa molto delicata perchè presenta un notevole margine di rischio ed è per questo motivo che solitamente ai bambini si insegna che, comperato un giocattolo, non si può acquistarne un altro dopo due giorni. Deve passare un certo tempo, quel tempo necessario per far capire che non si può avere tutto e subito.
Oppure si dice all’adolescente che se vuole il motorino, deve andare bene a scuola tutto l’anno. Qualcuno chiede anche un contributo più significativo alla vita domestica come condizione al raggiungimento di questo obiettivo. Oppure ancora, diciamo ai nostri figli che la paghetta deve bastare per l’intera settimana, ad esempio, e che quindi deve imparare a distribuire le sue spese nel tempo e a stabilire delle priorità. In poche parole noi genitori insegniamo ai nostri figli ad usare in maniera attenta ed intelligente i loro risparmi e quindi a non desiderare di avere ciò che non si può avere.
E’ chiaro quindi che la stipula di un mutuo è una cosa più che seria proprio perchè compiamo un’operazione il cui punto di partenza è quello di non avere il denaro a disposizione oggi per il bene che devo acquistare. Lo faccio perchè stabilisco un piano che nel tempo mi consente di estinguere il mio debito. Le banche esistono per questo, vivono di questo e prosperano su questo.
Ma cosa dire quando si chiede un prestito per farsi le vacanze che non ci si può permettere? E ancora: un’amica, che lavora presso un grande magazzino di apparecchi tecnologici, mi ha raccontato che in questo periodo di crisi economica sono sicuramente diminuite le vendite, ma sono aumentate le persone che acquistano per sé o per i loro figli telefonini di ultima generazione, I Pad, console di vario tipo, computer, ecc., tramite la stipula di un muto o di un qualche tipo di finanziamento,
Se c’è una cosa che tutti stiamo capendo, seppur accettandola con fatica, è che in questi anni abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità. Poiché è probabile che ci aspettino anni difficili e lo scenario futuro si presenta molto confuso, dobbiamo avviare i nostri figli verso pratiche di sobrietà. Questa parola racchiude molti significati, tra cui il “buon senso”. E buon senso vuol dire stabilire delle priorità in base alle proprie reali possibilità; rifuggire dal desiderare il superfluo; impegnarsi per raggiungere un obiettivo, dandosi dei tempi e delle scadenze possibili; valorizzare, rispettare e curare quello che già si possiede; non cadere nel tranello di chi ti induce dei bisogni che in realtà non si hanno; fare scelte che non pregiudicano il proprio e altrui futuro.
In altre parole, il buon senso addestra a fare molta strada per coltivare e realizzare i nostri sogni anche se non placa i nostri bi-sogni.

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